lunedì 4 maggio 2009

Gommina sui cestini taglienti invece della sostituzione


Dopo innumerevoli insistenze e una caterva di lamentele, finalmente qualcuno si è deciso a limitare i danni che potrebbero derivare dall'impatto casuale da parte dei bambini sui profili taglienti dei cestini rifiuti della piazzetta di Santa Caterina. Come risoluzione immediata può anche andar bene una specie di camera d’aria di ruota di bicicletta, adattata a protezione (peraltro da queste stesse pagine consigliato come rimedio immediato). Solo che, dopo ben tre anni che si evidenzia questo tipo di pericolo e che ci sono voluti ben due incidenti a due diversi bambini prima di far intervenire qualcuno, ci aspettavamo qualche intervento più risolutivo di una gommina posticcia e mal incollata che durerà da Natale a Santo Stefano.
Ci aspettavamo la sostituzione totale di quei cestini e la contestazione alla ditta fornitrice che ce li ha venduti come conformi alle norme di sicurezza vigenti in materia di arredamento urbano.
Ora, che quei cestini siano certificati non vuol dire che, nei fatti, lo risultino.
La casistica di incidenti verificatosi (uno dei quali anche di una certa gravità, con punti di sutura applicati alla fronte di un bambino di nove anni che è andato ad impattare contro il cestino durante una normalissima manovra di gioco) invalida di fatto ogni altra certificazione formale che i cestini possono aver ottenuto. Ragion per cui era dovere tutelare la sicurezza e la buona economia della collettività e richiedere la immediata rimozione e sostituzione di quei cestini, peraltro composti di un acciaio che non ha (evidentemente) mantenuto le aspettative per le quali è stato scelto, per resistere alla salsedine del mare e ai diversi fattori atmosferici.

Tre anni fa la gommina sarebbe potuta essere la soluzione ideale e temporanea per scongiurare i pericoli. Oggi, dopo tanto tempo lasciato trascorrere all’esposizione di quel pericolo, si interviene con un palliativo malfatto che lascia presupporre la mancanza di ogni intenzione di sostituzione degli arredi, casisticamente ed evidentemente, pericolosi.

L’andazzo è il solito: si realizzano opere pubbliche che, nonostante i costi esorbitanti, risultano fatiscenti o inadeguate dopo pochi anni e nessuno fa valere il diritto di garanzia dell’opera eseguita secondo regola d’arte. L’elenco sarebbe sterminato: uno fra tutti la centralissima (e adiacente al palazzo del potere) fontana di Castello; un’opera che all'epoca scandalizzò tutti per l’enormità del costo del restauro e che, dopo appena qualche manciata d'anni, è rimasta quasi spoglia delle mattonelle di rivestimento senza che nessuno abbia mai fatto valere per tempo il diritto di garanzia presso la ditta esecutrice di quei lavori barbini e truffaldini. (ap)